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DOMANDE PIU' FREQUENTI

Qui sotto trovere le risposte alle domande più comuni e tutto quello che è importante sapere prima di prenotare una sessione di terapia miofasciale.

Il dolore percepito durante una sessione di rilascio miofasciale è proporzionale allo stato di adesione dei tessuti del cliente, più la fascia è incollata e rigida e più dolorosa sarà la sessione. In ogni caso questa condizione può essere compensata diminuendo l’ intensità di incidenza sui tessuti, quindi meno dolore ma anche meno percentuale di cambiamento, soprattutto nelle prime due o tre sessioni. Una volta lavorato con progressione sulle aeree più problematiche il dolore comincierà ad abbassarsi sempre di più, consentendomi di lavorare in profondità, aumentando il rateo di cambiamento per sessione. Il dolore inoltre è anche una questione di sopportazione soggettiva: ci sono persone estremamente resilienti, ma anche persone estremamente sensibili, perciò sarà mio compito raccogliere un feedback costante durante la seduta.

In linea di massima non vi è un obbligo di rimanere a stomaco completamente vuoto prima di una sessione. Sicuramente non è consigliabile avere dei pasti troppo abbondanti nelle tre ore precedenti. Vi sono comunque delle eccezioni a tale indicazione, ovvero nelle sessioni di lavoro del core e della respirazione si lavora molto su psoas e diaframma, quindi solo in questo caso è necessario rimanere totalmente a stomaco vuoto.

Possiamo dividere le sensazioni in tre tipologie in base al tempo di comparsa: breve periodo, medio periodo e lungo periodo. Subito dopo il termine della sessione le sensazioni più comuni sono un estrema sonnolenza e rilassatezza, poichè su una gran parte delle persone queste manipolazioni risultano avere un’ effetto quasi ipnotico, difficoltà a trovare l’ equilibrio in posizione eretta nei primi secondi in cui ci si rialza dal tavolo di lavoro, percezione di tessuto sfilacciato dove le manipolazioni hanno incontrato più resistenza. Questa ultima sensazione in particolare sarà più evidente nelle 24-72 ore dopo, e sarà paragonabile ai dolori ritardati da allenamento di forza, i cosiddetti DOMS. Non c’è da preoccuparsi in quanto questo tipo di infiammazione è un segno positivo che i tessuti hanno iniziato una riparazione e riordino delle fibre a livello microscopico. Altre sensazioni positive che occorrono sul lungo periodo con il sommarsi delle sedute sono: riallineamento dei segmenti corporei, impressione di maggiorata statura, percezione di migliore conservazione della forza necessaria a stare in piedi o seduti.

Questo dipende dal tipo di intervento e dalla quantità di correzione che si vuole raggiungere, nel caso si stia seguendo un programma con finalità di modifica posturale. Alcune algie, come lombalgie e cervicalgie, sono causate da una cattiva postura e tornano ciclicamente anche se si riescono ad ottenere risultati temporanei soddisfacenti. Questo indica che il problema è più sistemico e che con tutta probabilità un cattivo allineamento dei segmenti corporei sta causando stress di compensazione eccessivo in zone particolari. In casi come questo per diminuire il numero di sessioni io lascio sempre una serie di consigli ed esercizi di decompensazione che mirano ad accelerare il riallineamento e che controbattono il limitato numero di ore dedicate alla correzione rispetto alle ore in cui si stà nella posizione non idonea, per esempio a lavoro. Per far sì che questa battaglia venga almeno in parte pareggiata infatti non potrete fare affidamento solo su qualche ora di terapia alla settimana, dovrete impegnarvi in prima persona a rendervi più conto della postura che assumete quotidianamente per molte ore al giorno e correggerla di conseguenza.

Durante la gravidanza sarebbe opportuno sottoporsi solamente a massaggi classici piuttosto leggeri, anche se e possibile eseguire un po’ di lavoro sostenuto in zone come quella lombare, nel caso in cui la gravianza stia mettendo a dura prova quell’ area. Un vero rilascio miofasciale è più indicato nei tre mesi successivi il parto, quando il corpo sta ritrovando lentamente il proprio assetto originale.

Come ho detto in precedenza sicuramente le donne in gravidanza dovrebbero scegliere altre tecniche, ma vi sono anche altre categorie di persone che dovrebbero rinunciare a questo tipo di trattamenti. Le persone con tumori sistemici, come i linfomi, oppure persone con gotta o diabete che hanno grossi problemi di ritenzione di liquidi dovrebbero evitare questo tipo di massaggi. Chi soffre di spiccata fibromialgia con attivazione del dolore particolarmente bassa e chi presenta un quadro di neuropatia periferica, che può anch’essa essere causata dal diabete, ha la scelta obbligata di rinunciare alla terapia miofasciale purtroppo.

Vi sono metodi terapici che traggono giovamento dall’ accostamento alla terapia miofasciale. Ad esempio sia l’ osteopatia che la chiropratica, entrambe basate sulle onde di shock causate dalle cavitazioni di auto-aggiustamento delle articolazioni, hanno grande beneficio dalla combinazione con le mie sedute. Un metodo in effetti accelera i risultati dell’ altro mutuamente. Probabilmente però vorrete evitare di sottoporvi a sedute di massaggi pesanti in giorni troppo ravvicinati alle sessioni miofasciali, poichè esse stesse sono parzialmente come dei doppioni: una tecnica che ha potere di cambiare la fascia in modo paragonabile ad esempio è la tecnica di massaggio Thailandese. E’ consigliabile separare queste sessioni dalle mie di almeno 24 ore.

Questo dipende moltissimo dalla capacità di rovinare la vostra postura che ha il mestiere che fate. A tal proposito io dispenso sempre delle schede con consigli ed esercizi da effettuare quando si sta per troppo tempo in posizioni innaturali, come ad esempio davanti al computer. Come già detto una volta che avrete riallineato la vostra postura in maniera sostanziale starà a voi prendervi cura del mantenimento il più possibile. Alcuni dei miei clienti più disciplinati che hanno gran rispetto del proprio corpo e non ne abusano passano a trovarmi per una sessione di check una volta ogni sei mesi. Una situazione come questa ovviamente è data da molti fattori. Un consiglio ulteriore che vi posso dare è quello di migliorare l’ ergonomia nel luogo di lavoro il più possibile, investendo anche un po’ di denaro nell’ acquisto di articoli appositamente studiati.

Tra una sessione e l’ altra devono passare almeno 24 ore ma in linea di principio il massimo numero di sedute a settimana consigliabili sono tre. In ogni caso mediamente un cliente che approccia un ciclo di sedute atte a portare un grosso cambiamento su un corpo cristallizzato da qualche decennio trova migliore giovamento da una media di una seduta a settimana o una ogni due settimane. Nei casi di posture altamente compromesse con significativo dolore si può optare per due o tre sessioni a settimana, ma ovviamente non è un obbligo e dipende molto dalle vostre disponibilità economiche.

Una seduta di terapia miofasciale può essere eseguita dopo un qualsiasi allenamento che non riporti un massiccio aumento di dolori ritardati, detti Doms. E’ sconsigliato eseguire quindi rilasci miofasciali su muscoli con forte ritenzione di azoto e prostaglandine, situazione tipica degli allenamenti di forza con i pesi. Una volta che la situazione è rientrata nella normalità sarà possibile eseguire la sessione. Viceversa se il massaggio viene eseguito prima di una sessione di allenamento ad alta esplosività e forza sarà consigliabile aspettare almeno 24 ore per evitare che la fascia ben aperta manchi di avere la sua funzione protettiva e porti la persona a possibili infortuni.

MISSIONE

Studiophoenixmassage.com è il sito per rispondere alla curiosità degli utenti desiderosi di conoscere le potenzialità del metodo di rilascio miofasciale come possibile opzione terapeutica nei problemi posturali e di dolore cronico muscolare.

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La cartina a destra mostra il raggio di azione attualmente disponibile del mio servizio itinerante come massaggiatore a domicilio. Oltre questo raggio le modalità del servizio andranno concordate previo contatto.

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